Testimonianze
Scopri le testimonianze di coloro che hanno scelto di fare un lascito testamentario all’UNICEF.
Ogni storia è unica e personale, ma tutte hanno un elemento in comune: l’amore per i bambini e la volontà di contribuire a migliorare la loro vita donandogli un futuro migliore.
PAOLO DI ROMA
IL MIO LASCITO TESTAMENTARIO ALL'UNICEF, PERCHÈ HO DECISO DI FARLO.
Non per compassione, ma perchè “soffro” di empatia e ho avuto l’impulso ad agire per dare il mio sostegno all’UNICEF: voglio cambiare il loro destino!
ANGELA
ESSERCI ANCORA, ANCHE QUESTO È IL SENSO DI DONARE QUANDO NON CI SAREMO PIÙ
Ci pensavo da molto tempo, racconta Angela che vive a Roma, poi quando ho compiuto 60 anni ho iniziato a chiedermi a chi sarebbero andati i miei beni, dal momento che non ho parenti. Fino a quel momento non ci avevo riflettuto, ero presa dal lavoro, dalle mie passioni, dalle amicizie.
Anche ora continuo a vivere appieno la mia vita ma con una consapevolezza diversa, e poter sistemare le cose anche per quando non ci sarò più mi fa stare più tranquilla.
Angela racconta così perché si è rivolta all’UNICEF per fare un lascito testamentario, voleva davvero saperne di più e orientarsi nella sua scelta. “La considero un’organizzazione seria e conosciuta e questo mi dà l’opportunità di poter fare qualche cosa per tutti i bambini del mondo, lasciando un mio aiuto all’infanzia di domani. Voglio che quel poco che ho non vada disperso.” L’Ufficio Lasciti le ha fornito le informazioni necessarie rimanendo a disposizione anche per i passi successivi. “Anche se ho già preso la mia decisione mi rivolgerò nuovamente all’Ufficio Lasciti quando dovrò depositare il mio testamento per farmi consigliare un notaio di fiducia”. Esserci ancora, anche questo è il senso di donare quando non ci saremo più, esserci per gli altri lasciando una traccia del proprio cammino nella vita, una traccia di aiuto concreto per tante bambine e bambini del mondo che grazie a un lascito potranno contare su una vita più dignitosa.
MAURO
PENSO CHE DONARE SIA UN MODO PER RICONSEGNARE QUALCHE BRICIOLA NEL MARE DELL’INDIFFERENZA
A un certo punto della mia vita mi è sembrata una bella idea lasciare un po’ del mio, dei miei averi, della fatica e della pazienza che ho messo nel costruire qualcosa, a chi non possiede nulla e in molti casi fatica a sopravvivere
«Ho 69 anni e negli ultimi venti sono stato un volontario di questa organizzazione. In Benin (nella foto Mauro con un gruppo di bambini) e in Niger ho toccato con mano i progetti dedicati alla cura dei bambini sieropositivi e denutriti: impossibile rimanere indifferenti davanti a tanta povertà», racconta.
«I bambini hanno sempre fatto parte della mia vita – prosegue Mauro – dato che sono stato per molti anni dirigente di un istituto di ricerca sullo sviluppo neurologico nella fascia 0-6 anni, e ancora prima, maestro in una scuola elementare e preside. Io non mi sento superman per aver fatto questa scelta: penso semplicemente che donare sia un modo per riconsegnare qualche briciola nel mare dell’indifferenza».
Per maggiori informazioni contatta Stefania Censi dell’Ufficio Lasciti.
Leggi la guida UNICEF
con le informazioni utili per il tuo lascito ai bambini.